di Vittorio Messori, Il Timone
DE MARIA NUMQUAM SATIS
Lo so, lo so bene : non è elegante parlare dei propri libri . Ma stavolta ( forse cerco di illudermi ) ho l’impressione che farlo sia una sorta di servizio per i lettori . I quali qui, in questo “ Vivaio “ , hanno spesso trovato articoli miei a tema mariano . Alcuni parlavano di Lourdes , ma altri parlavano di Lei in ogni direzione. Ne ho scelto tredici e ne ho fatto altrettanti capitoli per la nuova edizione di Ipotesi su Maria che, da dieci anni , è nel catalogo delle edizioni Ares di Milano (info@ares.mi.it). Ne è venuto un volume ancor più massiccio, che testimonia la verità dell’antico e famoso detto : << Di Maria non si parlerà mai abbastanza >> . So , da quanto mi hanno scritto , che molti lettori attendevano questa edizione ampliata . Dunque, ne do notizia. Per qualche informazione in più e per esser spiccio metto qui sotto la presentazione che ne fa l’editore nel retro della copertina .
<<Queste Ipotesi su Maria sono uscite nel 2005 ed hanno avuto molte ristampe , sono stato tradotte in varie lingue e sono tuttora “ vive “ nel catalogo dell’Ares . Ma la ricerca di Vittorio Messori sull’inesauribile mistero mariano è continuata. Ecco, dunque , questa nuova edizione che aggiunge 13 nuovi capitoli ai 50 della prima . Sono circa di 120 nuove pagine che , come sempre , uniscono la vivacità e la chiarezza del giornalista di lunga esperienza al rigore dello storico dalla documentazione completa e aggiornata .
<< Ma perché tanto impegno per scrivere delle “ ipotesi su Maria “ da parte dell’autore del best e long seller mondiale Ipotesi su Gesù , il suo primo libro? “ Perché “ dice lo scrittore “ l’esperienza e la riflessione mi hanno convinto che , se dimentichiamo quella radice umana che è Maria di Nazareth , la figura di Gesù si deforma e degrada verso spiritualismo, moralismo, ideologismo. Si inganna, il cristiano che creda benemerito, anzi doveroso , togliere alla Madre temendo di fare ombra al Figlio . Questi , persa la carnalità , diventa ben presto un fantasma, il protagonista di un leggenda , di un mito. Così dimostra, tra l’altro, la deriva verso l’insignificanza del protestantesimo storico , che ha ridotto a semplice membro della Chiesa colei che, per i cattolici, è la Madonna, colei che della Chiesa è regina. Gesù, staccato dal corpo di una donna, assieme alla divinità perde anche l’umanità“. Continua Messori: “Le verità sulla Madre , quelle che la Chiesa ha condensate nei dogmi, sono al servizio non suo ma del Figlio . Il posto dato alla presenza mariana non è un hobby per anziani sentimentali né, meno che mai, è il “cancro, che va estirpato, del cattolicesimo“ (Karl Barth ) . Al contrario: la sua presenza assicura la difesa e la pienezza della fede >>
Questo libro è, per l’autore , anche una sfida : mostrare cioè, che è possibile amare e venerare la Madre di Dio e degli uomini senza cadere in certo stile “ madonnaro “ , in certi toni mielosi che possono respingere invece che attirare . Messori ha grande affetto per la ricca e calda devozione popolare ed è egli stesso frequentatore assiduo di santuari e di pellegrinaggi . Mai si intruppato in un corteo politico mentre ha sempre partecipato lieto , se ce ne era occasione, in una processione mariana . Ma, dice , “ il sentimento verso questa Madre donataci dal Cristo in croce perde vigore se diventa retorico sentimentalismo”>>
L’IRRINUNCIABILE APOLOGETICA
Veniamo, ora, a un altro libro che non è mio , ovviamente : ma leggendolo , mi ha molto coinvolto .
Per prenderla alla larga, cominciamo da una asserzione: << L’apologetica è morta >>. Così, tranchant , Rino Cammilleri in un articolo su La Nuova Bussola , il quotidiano cattolico in rete , parlando proprio del volume di cui pure noi ci occuperemo qui. Naturalmente, quella di Rino è solo una battuta un po’ amara, anche se giustificata, visto che attraversiamo tempi in cui si punta sulla emotività, sui sentimenti, sull’attivismo sociale, magari sugli entusiasmi, più che sulla riflessione e lo studio . E qualcuno dice che ciò che conta non è la dottrina ma l’azione caritativa, la prassi evangelica e non la teoria . A noi, questo sembra un pericoloso squilibrio , un venire meno all’indispendabile et-et cattolico . In realtà , non c’è fede autentica senza apologetica, cioè senza consapevolezza razionale della fede e dei motivi fondati per accoglierla e seguirla , anche affrontando per essa ogni sacrificio, sino a quello della vita . E non c’è fede cattolica pure senza studio serio sulla marcia nei secoli di quella Chiesa che è il corpo stesso del Cristo. Apologetica, nel senso vero , significa usare quel gran dono che Dio ha voluto farci : quello, cioè, della ragione che indaga, scruta , precisa ( e , se necessario, difende ) i motivi per “ scommettere “ sulla verità del Vangelo e sulla necessità di far parte di una Comunità che , nei sacramenti , concede a ogni uomo che lo desideri di entrare in contatto addirittura fisico col Dio incarnato. Apologetica significa mostrare che la fede non solo può convivere con la ragione ma proprio in questa può scoprire le “ ragioni per credere “ . E può mostrare che aprirsi al Mistero non è un irrazionale salto nel buio ma la scoperta e l’accettazione di una realtà più alta .
UNA CONVERSIONE, OGGI
In questa prospettiva, un posto di rilievo è tenuto dai convertiti e dalla loro testimonianza. Il convertito da ( e a ) a Gesù è colui che , dopo essere stato al buio , ha trovato la Luce ; è colui che , dopo avere vagabondato nel labirinto della vita senza trovare una via che porti a una meta , scopre la strada che conduce a un senso dell’esistere e del morire ; è colui che , a differenza di tanti credenti per abitudine , ottiene quel “ dono dello stupore “ che gli permette di gioire di “ Colui che ha fatto tutto le cose nuove “ . Nel convertito, le parole dei ponderosi testi di apologetica, si fanno vita e mostrano, nei fatti, che le “ ragioni “ per accettare il Vangelo non sono morta teoria ma abbondanza di vita.
Cammilleri, nel pezzo cui accennavamo all’inizio , ha parlato del libro-confessione di una convertita di oggi, Milly Gualteroni. Libro che ha , come titolo significativo , Strappata all’abisso ( e, per sottotitolo , Dagli psicofarmaci alla fede ), ed è appena uscito nelle librerie per le edizioni Ares ( info@ares.mi.it ), quelle stesse delle mie Ipotesi su Maria . Cammilleri ne ha parlato come di libro “ coraggiosissimo “ : l’autrice non esita a mettersi in piazza e a raccontare tutto del suo passato, per confermare quanto profondo fosse “ l’abisso “ dal quale la fede l’ha strappata. Apologetica coinvolgente , dunque , per rifarci al discorso di prima. Pertanto , questa autobiografia della Gualteroni – scritta con una buona prosa , al contempo da giornalista e da narratrice – avrebbe in ogni caso attirato la mia attenzione.
Come che sia , veniamo al libro e , innanzitutto all’autrice : Milly Gualteroni, 58 anni, viene da una famiglia notabile di Sondrio che, tra l’altro, ha tra i suoi antenati Cesare Beccarla , quello di Dei delitti e delle pene . Portata agli studi, non solo frequenta nella sua città il liceo classico ma ottiene in California un diploma di High School . Tornata in Italia, si laurea a Padova in Lingue e Letterature straniere , specializzandosi in glottologia e , vincitrice di ruolo , insegna inglese nelle superiori. Decide poi di diventare giornalista professionista e, nella “ Milano da bere “ dei ruggenti Anni Ottanta lavora in riviste patinate e snob come Gran Bazaar, L’Uomo Vogue , Cosmopolitan. . Fa parte anche della redazione di un settimanale di gossip come Chi e scrive per Panorama. In quel turbinio di feste , intrighi, vanità, denaro, non si cura certo di vincoli etici , respinti come incomprensibili e anacronistici moralismi . Presto divorziata , impegnata in diverse convivenze, segue senza remore l’ideologia libertina del “ sesso liberato “. Però, dietro quella facciata brillante, da borghese di successo , si nasconde un dramma . Una depressione devastante che, due volte l’anno, l’atterra implacabile e la riduce all’impotenza nella ricorrenza delle date che hanno straziato la sua prima giovinezza. Il fratello maggiore , studente universitario , suicidatosi sparandosi alla testa col suo fucile da caccia e il padre , medico noto e stimato , gettatosi da una finestra .
Mentre regge dolorosamente la maschera mondana , la depressione la trascina in un baratro sempre più oscuro e il desiderio di morte finisce col sopraffarla . Arrivata al trentatreesimo anno, in pieno successo professionale e mondano, un giorno solitario d’agosto indossa il costume da bagno, nella patetica speranza di far credere a una morte accidentale . Potrà, la povera madre sopportare il suicidio del marito, di un figlio, di una figlia? Tracanna un cocktail micidiale di psicofarmaci tra i più potenti e si lascia cadere , accecata dai farmaci e semi incosciente, nell’acqua impetuosa di un canale derivato dal Mincio. E’ salvata per un autentico miracolo e, svegliandosi molte ore dopo in un letto d’ospedale, si rammarica di aver fallito, di essere ancora viva. Continua, allora, con dosi massicce di psicofarmaci che, come scoprirà, non solo non guariscono ma aggravano la sua depressione . Qualche anno dopo , un nuovo tentativo di congedarsi dalla vita : si inietta direttamente in vena un anticoagulante nella speranza di farla finita . Anche stavolta si salva. Ma ci sarà una terza occasione per cercare una morte che sembra però, non volere saperne di lei.
In effetti, la Provvidenza intende usarla per mostrare che è possibile risalire dall’abisso. Una Provvidenza che impiegherà anche “ maniere forti “ per salvare questa intellettuale postmoderna che umanamente sembra non convertibile : razionalista , anticlericale , orgogliosa della sua cultura laica e del suo impegno civile. Milly non spera più , dopo gli effetti disastrosi , che psicofarmaci, psichiatri, psicologi, cliniche specializzate possano aiutarla . Né , meno che mai, spera che una salvezza possa giungere da quel mondo religioso che ignora e di cui diffida. Così, deve a un certo punto chiedere la pensione anticipata per questa malattia dell’anima più che del corpo che le impedisce di continuare un lavoro che ama.
VERSO LA FEDE DELLA CHIESA
Ma ecco, allora , le “ maniere forti “ di cui dicevamo : eventi soprannaturali sconvolgenti, come un tau francescano che una notte le spunta sulla fronte; o come una immagine della Madonna che appare sul cellulare quando decide di fare l’ultima foto della sua vita, avviandosi al terzo tentativo di suicidio ; o come scritte enigmatiche che affiorano dal nulla sul suo tavolo da lavoro . Il mistero del sovrannaturale ha un ruolo decisivo , in questo racconto struggente di desiderio di morte e di imprevista resurrezione, ma è rivelato al lettore con ritegno, quasi con pudore : Milly stessa ha faticato a rassegnarsi e dovere ammettere che ciò che le accadeva sfuggiva del tutto alla sua razionalità , alla sua ideologia liberal. Rosanna, mia moglie, ed io , conoscendola ormai bene di persona , sappiamo quanto sia estraneo per lei il sospetto di essere una credula visionaria. Tra l’altro, dice sorridendo che, se non avesse fatto la giornalista, l’attirava il ruolo di docente di matematica : a conferma di un temperamento positivo, lontano da certa mistica spesso illusoria . Se si è decisa a confessare tutto, ma proprio tutto, nelle pagine del libro , compresi certi episodi tanto sconvolgenti quanto inesplicabili , non è certo per sé ma per altri . In effetti, arresasi alla fine , a quei “ segni “ che la spingevano verso la dimensione religiosa , ha iniziato un lungo cammino tra comunità protestanti storiche e pentecostali, non trascurando altre tappe nella galassia del religioso . Ma quella Provvidenza di cui dicevamo, alternando le “ maniere forti “ a modi più soft, l’ha sospinta verso la sua meta : un cattolicesimo fedele alla ortodossia , una obbedienza leale alla Chiesa. Tornata adesso nella sua Sondrio, sola e fattasi “ “ monaca nel mondo “ si impegna nella testimonianza di una insperata, e felice , vita nuova. Questo suo libro , questo Strappata dall’abisso , è per lei un segno dell’ impegno in un apostolato che ricordi –e non solo per quelli come lei ma per tutti – che una Speranza c’è. Ed è fondata .