VITTORIO MESSORI

Vivaio – Marzo 2015

Il Timone, di Vittorio Messori

Vorrei fare , stavolta, un piccolo – ma forse non tanto…. – regalo ai lettori. Lettori che, tra l’altro,  sanno come sia molto  in ritardo – a causa di impegni imprevisti e di qualche guaio di salute – nel pubblicare  il libro che completerà  Bernadette non ci ha ingannati  . Dopo l’inchiesta storica sulla piccola , unica testimone,  vorrei presentare quanto ho scoperto in tanti anni di ricerca “attorno a quella grotta“ (come suonerà , credo , il titolo stesso) . Inutile che stia a ripetere perché proprio Lourdes .  Ho ripetuto più volte che quanto offertoci  lì non è solo qualche guarigione corporale –  semplici segni della verità dell’evento –  bensì  una “maniglia“ , come l’ho chiamata,  alla quale aggrapparci per confermarci nella fede quand’essa vacilla: in effetti , se Lourdes è vera , tutto nel Credo è vero.

Ora,  vorrei anticipare  una sorpresa  imprevista, un “dono“ come dicevo  e  che non mi attendevo, dopo tanti anni di investigazione, a conferma di quanto  sia denso il mistero attorno a quell’evento del 1858 . Vorrei anticiparlo, dico, perché non so se e quando mi sarà dato di pubblicare il nuovo  libro, ma anche perché è istintivo  il desiderio  di comunicare subito una bella    scoperta ai fratelli nella fede.

Ecco i fatti : nel 1856, dunque due anni prima delle apparizioni, usciva in Belgio un piccolo libro (circa 120 pagine) dal titolo: Iconographie de l’Immaculé Conception. Il sottotitolo:  La meilleur manière de représenter ce mystère. L’autore era monsignor Jean Baptiste Malou , vescovo dell’illustre città belga di Bruges. Malou non era soltanto un pastore ma pure  un illustre studioso, docente di teologia nella università di Lovanio e autore, tra l’altro, di un’opera  monumentale sulla storia, nei secoli, della devozione all’Immacolata Concezione. Un’opera che confermava, con  il  rigore dello specialista, la decisione di Pio IX di proclamare il dogma del 1854. Era dunque lo studioso  più adatto per scrivere il libro che dicevamo : capitava spesso, infatti,  che gli artisti fossero chiamati ad eseguire quadri, sculture, affreschi, mosaici in onore della Immacolata. Ma come rappresentarla ? Quel mistero è inaccessibile per definizione  e,  così,  il risultato era una serie di opere piene di errori teologici , in qualche caso addirittura ridicoli . Anche molto prima del dogma , gli artisti avevano prodotto delle “Immacolate“  ma pure le più celebri, come quella del Murillo , erano inaccettabili sul piano teologico.  Rischiavano, così, non di favorire  ma di ingannare la fede di chi le contemplava. Ecco allora  mons. Malou all’opera : basandosi ovviamente sulla sua sterminata  conoscenza del tema , redigeva  una sorta di “ manuale “ perché pittori e scultori inserissero  la loro ispirazione artistica nelle coordinate della fede.

Su questa brochure dimenticata  avevo trovato  solo  qualche cenno dato dal  gesuita padre Joseph Marie Cros, il maggiore storico di Lourdes del XIX secolo,  un investigatore appassionato e competente.  I risultati del suo lavoro furono consegnati a una grande opera in tre volumi che ancora oggi è preziosa ma che , per vari motivi, uscì soltanto postuma. Prima di quel magnum opus,   Cros pubblicò un volume, Notre Dame de Lourdes ,  sottotitolo Récits etMystéres. Un volume uscito nel 1901 , con una scarsa  circolazione e che , in effetti, mi è stato difficile rintracciare  . Qui, poche pagine su oltre 600 sono dedicate all’operetta di mons. Malou a quella sua Iconographie de l’Immaculé Conception,  a quel suo  vademecum   di scarsa circolazione e limitata al  Belgio   : la ricerca , dunque , è stata ancor più   difficile ma ne è valsa, davvero, la pena. Questo testo, in effetti, è impressionante : il vescovo di Bruges ha firmato e datato la prefazione al 25 febbraio 1856 , dunque a due anni esatti dalla nona apparizione, quella durante la quale Bernadette scoprì la fonte , su indicazione  di Aqueròche ancora non aveva detto il suo nome. insomma,  solo 24 mesi dopo l’Immacolata si mostrava  a Lourdes e la sua figura, i suoi abiti, i suoi gesti , la sua età , l’espressione del suo volto – tutto insomma-  era in accordo a “come avrebbe dovuto essere“ se avesse deciso di mostrarsi agli  uomini. Mons. Malou non fu un profeta , nel senso di chi vede   l’avvenire : fu,  semplicemente,  un teologo che applicò  la dottrina  e la Tradizione cattolica  al dogma appena proclamato ad uso di   coloro che avessero voluto rappresentarlo visivamente.  Ciò  che  è ancor più straordinario è che Maria , mostrandosi    come Immacolata Concezione, rispettò quel “ modello “ e – trascurando l’aspetto che le avevano dato artisti anche tra i più grandi – si adeguò a quanto gli esperti  in queste cose si aspettavano  da lei. C’è qui , tra l’altro, la conferma della completa  “ cattolicità “  di Lourdes dove l’Apparsa rispetta   il calendario liturgico della Chiesa  ma rispetta anche la teologia che ha portato alla proclamazione del dogma . Inutile dire che c’è pure una  conferma che sembra definitiva  della verità di quanto testimoniatoci da Bernadette che  nella sua breve vita , non aveva visto che le immagini mariane  della sua chiesa parrocchiale e di quella di Bartrès, dove era stata come pastorella. E quelle immagini erano del tutto diverse da quanto ci raccontò di avere visto alla Grotta . Diversa anche , come spiegheremo,  dalla Vergine  come è rappresentata nella Medaglia Miracolosa che la veggente aveva al collo, appesa a uno spago : unico “lusso” sotto ai suoi  miseri stracci.

Vediamo, allora, nel dettaglio, le indicazioni di mons. Jean Baptiste Malou .

Primo punto: l’Immacolata va rappresentata in piedi (come a Lourdes) e non seduta su qualche trono o sedia dorata,  come fanno molti  artisti. La liturgia della Chiesa la compara all’aurora che colora il cielo all’orizzonte e annuncia il sorgere del Sole-Cristo che da lei prenderà vita. Dunque , va rappresentata come all’inizio del cammino verso la redenzione,

Secondo puntomolti artisti, tra i quali il Murillo , hanno immaginato l’Immacolata come sospesa su una nuvola nel cielo: intendevano , così, significare , che la Grazia che l’aveva avvolta sin dal concepimento la elevava al disopra della terra.  Invece, i    piedi della Vergine devono toccare il terreno  per significare che il miracolo della Grazia si è operato nel mondo e per il mondo, attraverso una concezione apparentemente umana . In  effetti , a Lourdes l’Apparsa tocca il suolo , la solida roccia della grotta.  Dodici anni prima , nel 1846 , c’era stata l’apparizione a  La Salette e i due piccoli veggenti avevano descritto la Signora apparsa  tra i pascoli delle Alpi   di Grenoble  come sospesa nell’aria  a qualche spanna dalla terra  In quella occasione, visto ciò che la Madonna lì si proponeva ,  ciò poteva essere giustificato,   ma sarebbe un grave errore attribuire una simile “ ospensione“ alla Immacolata.  Così ammonisce il teologo .

Terzo punto . Trascriviamo le parole  di mons. Malou:  << Si è preteso da parte di molti cattolici – oltre che dagli iconografi delle  Chiese ortodosse – che la Santa Vergine non deve essere mai rappresentata senza avere in braccio il bambino Gesù. Crediamo invece  che , nel caso della Immacolata , la Madre debba apparire senza il Figlio. In effetti, il mistero  ineffabile della Concezione Immacolata è stato operato da Dio prima che la nascita del Cristo fosse annunciata . La successione dei tempi che il Cielo stesso ha deliberato deve essere rispettata >>. Qualcuno, a Lourdes – preti, soprattutto – guardò con sospetto Bernadette perché descriveva una Maria “da   sola “. E invece , proprio così doveva essere.

Quarto punto: le mani . Qui , più che mai, constatiamo  l’impressionante  coerenza  tra ciò che Bernadette ci ha detto e ciò che , due anni prima, consigliava  l’esperto della Immacolata . Esperto   che osserva come non sembri  opportuna l’immagine della Medaglia Miracolosa (e di tanti dipinti e statue) con Maria Immacolata  che stende le mani aperte ,  dalle quali escono dei raggi   di sole, a significare le grazie sparse sulla terra. In effetti, come pochi sanno, se  la Chiesa ha canonizzato Catherine Labouré,  la veggente di rue du Bac,  e ha confermato la verità delle apparizioni,     la Congregazione dei Riti , pur esortando a portare con fiducia la celebre Medaglia,  si è rifiutata di garantire ufficialmente l’ immagine che vi è riportata . Anche perché sembra certo che la santa veggente    preferisse non la Vergine con le braccia  distese e i raggi che fuoriuscivano ma quella con in mano un globo simboleggiante la Terra. A Lourdes,  Maria aveva  abitualmente le mani giunte a livello del petto , con il rosario appeso all’avambraccio destro : quando  lo sgranava lo faceva con le dita incrociate,  tenendolo tra le mani che restavano unite   sotto il mento.  Era,  cioè,  quasi sempre  nella posizione indicata da mons. Malou.  Sappiamo con certezza che due sole volte , e per pochi istanti, aprì  le braccia,  spalancandole  in segno di accoglienza : fu nella prima apparizione per invitare Bernadette, spaventata , ad avvicinarsi e il 25 marzo , nel largo gesto che compì  prima delle parole fatali : << Io sono l’Immacolata Concezione >>.

Ma perché  sarebbero  opportune le mani giunte e non le braccia aperte ?  Perché, spiega mons. Malou, presentandosi a  Lourdes con quel nome,  la Vergine vuole  ricordare  anche con il gesto  non tanto le infinite  grazie che spande nel mondo (e che i fedeli, grati, ben conoscono)  quanto la Grazia dell’esenzione dal peccato che, gratuitamente, le era stata concessa. E’ a se stessa, non a noi che in questo caso vuole rinviare. Bernadette conosceva , lo dicevamo , la Medaglia Miracolosa, eppure non si ispirò a quella  : un altro, rilevante  motivo per credere alla sua veridicità.

Quinto punto: gli occhi.  Risentiamo il  nostro vescovo: << Gli artisti potranno rappresentare gli occhi della Immacolata o modestamente abbassati verso la terra  oppure elevati verso il Cielo>>. Quanto a quest’ultima posa , il guardare in alto,  sappiamo che fu assunta in quel 25 marzo che sappiamo e anche in molte  altre occasioni . Era tra gli atteggiamenti abituali , sotto la Grotta.  Quanto agli occhi abbassati : è curioso ma l’Apparsa  era obbligata a farlo,  visto che  parlava con la piccola Bernadette a quattro metro sotto   la nicchia    dove stava. Dall’alto ci sono state date le parole – ben poche    che Bernadette ci ha riferito. Quando l’Apparsa scendeva sul suolo e guardava negli occhi Bernadette (“Parlava a me come una persona parla ad un’altra persona“)  era per colloqui amichevoli ed intimi, dei quali  la veggente non ha voluto riferirci nulla.

Sesto punto:  l’abito. Malou :  <<Gli abiti della Vergine Immacolata siano tali da darle  un aspetto  di grande modestia e di perfetta semplicità . L’artista la vesta in modo tale  che gli abiti non catturino l’occhio di chi guarda : l’attenzione deve posarsi sul volto e sulla figura ,  che respirano  una pietà tutta celeste e impongono  il rispetto più profondo>>. Di questa semplicità , senza nulla di superfluo o di  eccentrico , ci darà testimonianza Bernadette : e non era affatto scontato che così la descrivesse. A La Salette , ad esempio, , i due veggenti ne  descriveranno l’aspetto in questo modo: << Bella, imponente, regale , tanto risplendente  da abbagliare gli occhi. Un abito bianco  con un grembiule d’oro che la cinge sul davanti, mentre uno scialle avvolge le spalle, incrocia sul petto e si annoda dietro la vita. In testa  una cuffia posta sopra un diadema di rose di ogni colore che mandano raggi di luce. Intorno al collo una catenina d’oro trattiene sul petto  uno splendidissimo Cristo , posto  tra  un martello e delle tenaglie .  Ornano lo scialle sull’orlo esterno un gallone pesante come una catena, e un secondo giro di rose. Scarpini bianchi con fibbie d’oro  e i piedi circondati da un altro giro di rose rosse e bianche . Qua e là, sul corpo, scintillano diamanti >>. Siamo , dunque , agli antipodi di ciò che il vescovo di Bruges giudicava necessario per l’Immacolata : e proprio la semplicità dell’abito di Aquerò sarà ciò che descriverà Bernadette , ancora una volta senza nulla sbagliare , limitandosi a descrivere  Colei che vedeva davanti a se

Settimo punto: il capo.  Malou : <<Considero il velo sulla testa  e che scenda dalle spalle lungo la schiena  come un attributo essenziale della Santa Vergine Immacolata , come segno di   modestia , di  verginità, di purezza >> . Puntualmente , a Lourdes,  è confermato quanto due anni prima era stato descritto come necessario : invece, non solo a La Salette ma in molte altre apparizioni , pur approvate dalla Chiesa, il velo è sostituito da altri copricapi , talvolta di forma inusuale,  pittoresca . Ma in questo non c’è motivo per vedere  contraddizioni: come dicevamo,  ogni apparizione sembra adeguata, nell’aspetto esterno  della Madonna, al  motivo di quella specifica  venuta tra noi. Il caso della Immacolata è in questa linea di congruità: e Bernadette – l’analfabeta  che neppure  aveva fatto il catechismo  ed era incapace di inventare alcunché –  ci ha descritto solo  ciò che ha visto e che corrispondeva proprio a ciò che doveva essere .

Ottavo punto: i capelli . Molti artisti ce li hanno dipinti o scolpiti come sciolti e lunghi. L’esempio più famoso è quello della peraltro splendida  tela del Murillo  cui già abbiamo accennato e che ricordiamo perché è stata modello per altre,  innumerevoli opere  d’arte . << Di nuovo un errore! >>, rimarca severo il vescovo di Bruges : << Nel rappresentare l’Immacolata è opportuno  che  la capigliatura sia   coperta in gran parte dal velo >>.Esattamente  come fu,  al solito, a Massabielle . Alla piccola veggente  fu chiesto più volte di che colore fossero i capelli di Aquerò. << Non lo so >> fu la risposta costante << Erano coperti dal velo, tranne pochi che uscivano , ma non si distinguevano>> . Interessante notare che nel suo libro “ demitizzatore “ Emile  Zola fa dire a Bernadette che , malgrado il velo, si scorgeva  che i capelli erano biondi. Anche questo rappresentante del verismo positivista cede al gusto romantico di una Maria bionda , come se quel colore fosse possibile in  Palestina , dove ogni donna ha la sua foggia di capelli , ma ciascuna con  una diversa sfumatura di nero. Interessante, dicevo, la falsa notizia di Zola  perché anche in questi dettagli si constata come le parole della figlia dei Soubirous  siano sempre lontane da ogni sospetto di invenzione : una Madonna bionda non sembra più, come dire,  nobile di una bruna ? Le fate non hanno i capelli color dell’or ?  Così è nella favole,  ma l’evento di Lourdes è una realtà, non una fiaba.

Nono punto: l’Immacolata  dovrebbe portare una corona ? Decisa, come al solito, la risposta di monsignor Marou: << Non credo proprio ! Alcuni lo hanno sostenuto, ma io penso  che  sia  necessario  rappresentarla senza corona e anche senza quello scettro che qualche artista le mette in mano. Maria è incoronata  dal Figlio  come Regina del Cielo soltanto dopo l’Assunzione. Non si può cero darle i segni della regalità sin dal momento del concepimento! >> Ma replicano alcuni : << D’accordo , niente corona regale ma almeno quella verginale , di rose e di gigli bianchi>> . Il nostro teologo  non approva neppure questa : << Nient’affatto, la verginità è gia simbolizzata dal velo candido  che copre il capo !>> . Come , tutti lo sappiamo, fu a Massabielle.

Decimo punto : i colori . Impressionante più   che mai  la coincidenza tra quanto pensato  a Bruges   e quanto   visto 24 mesi dopo   sotto i Pirenei. Come poteva sapere, Bernadette  che,  all’inizio del Cinquecento ,    Giulio II era stato richiesto di stabilire l’abito di una nuova congregazione femminile sorta sotto il nome di “Figlie dell’Immacolata Concezione” e che quel papa  aveva stabilito che vestissero di bianco e di azzurro  con, addirittura, il divieto  esplicito di ogni altro colore ?  La piccola veggente di certo non aveva mai scorto  alcuna religiosa abbigliata con quelle tinte  né alcuna statua tra le pochissime da lei viste a Lourdes e Bartès , le aveva .

Vediamo le parole  di Giulio II : << Che l’abito e lo scapolare delle religiose della Immacolata Concezione siano di color bianco per attestare la purezza verginale dell’anima e del corpo della beata Vergine Maria e che  il loro mantello sia del colore blu del Cielo, per attestare che la sua anima è tutta celeste , tutta degna del paradiso  dal primo istante della sua creazione>>. L’apparizione vista da Bernadette era di un tale biancore  che quando , l’11 febbraio ,  la sorella Jeanne le chiese che cosa avesse visto rispose semplicemente:  << Ho visto  del bianco !  >> . Su questo ben si staccava l’azzurro della grande fascia attorno alla vita : questa la sola discrepanza con quanto stabilito dal papa,  che voleva  il color cielo sul  mantello. Ma l’Apparsa , forse per   maggiore semplicità  ,  non lo portava,  ed ecco l’ obbligatorio azzurro apparire  sulla fascia che stringe ai fianchi a  tunica. Importante quanto concede , mons. Malou:  << Per completare la simbologia del bianco e dell’azzurro, si potrebbe aggiungere qua e là qualche fiore d’oro  per ricordare l’abbondanza dei doni celesti di cui quella Donna è stata colmata >>.   Ecco allora , a Lourdes,  il grande rosario che l’Immacolata teneva tra le mani giunte e nel quale i  grani erano  legati da una catena che la veggente disse << di un giallo lucente , come l’oro>> . Dello stesso oro erano le rose sui piedi . Delle quali parleremo subito qui sotto.

Undicesimo  punto : le rose …..

Eh, no: purtroppo il computer mi segnala che sto superando lo spazio che mi è assegnato. Ci sono molti punti importanti  da esaminare, con altre , forse ancor maggiori,  sorprese. Spiace davvero interrompere  . Ma , Deo adnuente,  completeremo  il prossimo mese.