Il Timone, di Vittorio Messori
Riprendiamo (e completiamo) il discorso iniziato il mese scorso sulla riscoperta di quel raro , dimenticato, in fondo sconosciuto libretto di mons. Jean Baptiste Malou , vescovo della belga Bruges. Parliamo di quella “Iconografia della Immacolata Concezione “dove il prelato – e famoso teologo all’università di Lovanio – proponeva agli artisti“.
Il modo migliore per rappresentare questo Mistero della fede “. Correva l’Anno del Signore 1856 , dunque due anni dopo la proclamazione del dogma da parte di Pio IX . Ebbene ciò che è sorprendente (anzi, al di là degli eufemismi , è addirittura stupefacente) è che quel teologo – che sulla Immacolata aveva scritto un testo ponderoso – fissava, per la rappresentazione artistica del dogma, delle “regole“ che saranno pienamente rispettate due anni dopo , a Lourdes. “ Regole “ che non discendevano certo dal gusto o dalla fantasia di mons. Malou ma dalla sua conoscenza del tema. Ovviamente , tutto questo conferma alla grande, se ancora ce ne fosse bisogno, la verità della testimonianza dell’analfabeta eppure sapiente secondo il vangelo Bernadette .
Nella prima parte del nostro resoconto, abbiamo diviso quelle norme in “punti “. Finivamo l’ultimo, il decimo, proponendoci di esaminare il particolare (che poi non è tale, niente alla grotta di Massabielle non ha un significato profondo) delle due rose di cui la veggente ci ha detto.
Continuiamo, dunque, con la nostra analisi .
Undicesimo punto . Le rose che Maria aveva su di sé stavano sui piedi . E giusto di questi , i piedi, prima ancora che dei fiori, sarà bene parlare. Già abbiamo visto come , stando a Malou, quelli della Immacolata dovevano poggiare sul terreno. Cosa che avviene a Lourdes ma che non si riscontra nella maggioranza degli artisti, per i quali la Vergine è sostenuta da nuvole o è, semplicemente, librata in aria. Aggiunge il teologo che sarebbe bene che i piedi si vedano e che non siano completamente coperti dalle pieghe dell’abito. E così è a Massabielle. Ma osserva ancora il nostro esperto : << La maggior parte delle immagini rappresentano l’Immacolata con i piedi scoperti e nudi. Questo, per noi, è mancare alle convenienze. Dunque , crediamo che dei sandali all’antica siano opportuni>> . A Lourdes i piedi non sono interamente scoperti alla vista, ma rivestiti per la maggior parte dalle rose . Perché, però, non hanno quei sandali che Malou suggerisce?
La spiegazione, che ci sembra coerente , viene da un altro iconografo dell’epoca, don Pierre Corbin che ricorda che nell’aspetto della Vergine così come appare a Bernadette, << tutto è simbolico e, in questo caso, la mancanza di calzature indica che l’Immacolata non ha ancora fatto dei passi su quella terra su cui poggia, ma che è segnata dal peccato che Ella sola non condivide>> . Al contempo, nota sempre Corbin , << è non solo poetico ma anche conveniente che la nudità simbolica dei piedi sia in gran parte dissimulata dal fiore mariano per eccellenza : la rosa >>. Tra l’altro: Bernadette ha testimoniato che quei piedi non poggiavano sulla nuda roccia ma su uno spesso strato di mousse , di muschio, che formava come un tappeto degno della futura Regina del Cielo. Qui pure, dunque, tutto rimanda al simbolo, in questo caso duplice, come vedremo, perché quel verde del muschio è attraversato da nere radici.
In effetti, c’è anche un altro particolare non irrilevante eppure , da quel che vediamo, ignorato. Alludiamo al fatto del serpente, quello che, stando alle primissime pagine della Scrittura, tenta e vince Adamo ed Eva, la prima coppia umana posta dal Creatore nel paradiso terrestre . Dopo l’annuncio del castigo, Dio promette una redenzione e dice al rettile : <<Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la sua stirpe e la tua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno >> ( Gen 3, 15) . Tutta la Tradizione, unanime, vede in quella “donna “ la prefigurazione di Maria, colei che vincerà il simbolo sesso del peccato, essendone stata redenta nel momento stesso della sua concezione. Abbiamo visto poco fa come, per monsignor Malou , sia bene che i piedi della Immacolata non siano completamente coperti dalla tunica: deve restare scoperto almeno il destro, precisa. E perché? Perché, spiega, con quello sarà schiacciato il capo del serpente . E proprio così è l’Immacolata nella grotta: il piede destro è il più visibile, è quello proteso in avanti .
Ma il serpente? Dov’è quel rettile repellente? Ebbene: tra i molti che il padre Cros potè intervistare nella sua inchiesta -erano ancora vivi – c’era le porcher, il porcaro del Comune che ogni giorno aveva portato nella grotta il branco di maiali affidatogli (dietro piccolo compenso) dai privati; e c’era la guardia campestre che vigilava la foresta, di proprietà municipale, alla pari della caverna che, non avendo valore, non aveva un padrone. Entrambi, quei vecchi ricordarono che a Massabielle erano numerosi “les serpents “, come li chiamavano, le lunghe bisce d’acqua attratte dal torrente. Stando al porcher, non erano rare neanche le pericolose vipere e raccontava come talvolta i maiali ingaggiassero una lotta con i rettili per ucciderli e mangiarli, a meno che non soccombessero essi, per il morso velenoso. Dunque, non è una metafora, è davvero sui “serpenti“ che l’Apparsa, nella sua nicchia, si elevava.
Se poi volessimo spingere ancor oltre il simbolismo, potremmo aggiungere la testimonianza di coloro che videro ancora intatto il roseto selvatico che scendeva proprio da quella nicchia. Roseto che scomparve interamente quando ancora duravano le apparizioni, perché la folla dei devoti strappo rami e rametti come preziosa reliquia . Era, dicono i testimoni, una pianta molto robusta e molto vecchia, come dimostravano le radici, talmente grosse che da una di queste uno scultore trasse addirittura una statuetta della Vergine. Radici nerastre che si allungavano, uscendo da fessure nella roccia, sino all’ogiva dell’apparizione e da lì si aprivano in una cascata di piccole rose bianche, quand’era stagione. E’ stato emozionante per me – come lo fu per il padre Cros che indagava – scoprire la testimonianza di un pescatore, uno tra i pochi che frequentasse il posto e che diceva (ignaro delle misteriose risonanze di ciò che ricordava) che quelle grosse, nere, rugose radici che solcavano il tappeto di muschio << sembravano dei brutti serpenti>>. Serpenti, reali e vivi, sotto la nicchia ma anche serpenti simbolici sullo sperone roccioso della nicchia. Quid magis?, che cosa si vuole di più? direbbe un antico,
Dodicesimo punto.Veniamo ora, esplicitamente, alle due rose d’oro e, ancora una volta, citiamo il “profetico“ specialista (in realtà solo un uomo di cultura teologica e di senso religioso): << Se si considera la rosa come il simbolo di Maria, adornata alla sua concezione dalle bellezze che la rosa rappresenta; se la rosa deve ricordare che Maria, dopo il lungo inverno del peccato, annunciò al mondo la primavera della Redenzione ; ebbene, se si considera tuttoquesto, mi pare che gli artisti potranno lecitamente utilizzarla nelle loro rappresentazioni dell’Immacolata >>.
Viene in mente il detto famoso di quel dottore della Chiesa, quel grande cantore della Vergine che fu san Bernardo: << Eva fuit spina. Maria est rosa >> . Qui pure, è stupefacente, a Massabielle, il rispetto del simbolismo : l’Apparsa è ritta sopra un roseto selvatico dove i fiori (bianchi, come vuole la Tradizione mariana), alla loro stagione si alternano alle spine. Ed è , pure qui,davvero impressionante quanto scrive mons. Malou: <<Quando i primogeniti dell’umanità caddero nel peccato, Dio maledì la terra e dichiarò che, in punizione, essa avrebbe prodotto, senza la dura fatica del lavoro, solo rovi e spine. Dunque, rovi e spine sono un simbolo della caduta e della necessità di una redenzione da parte del Cielo stesso>>. Ne conclude il nostro vescovo: << Segnalo dunque agli artisti che una rosa o un giglio in mezzo alle spine sarebbe un simbolo semplice e chiaro della Immacolata Concezione, del suo significato, della sua necessità >> Straordinario, davvero, pensando a quanto sarebbe successo due anni dopo,a quale luogo sarebbe stato scelto per l’apparizione per la Donna venuta dal Cielo con due rose sui piedi sopra un groviglio di soli rovi, non essendo il tempo per i fiori.
Interessante anche che mons. Malou approvi, anzi consigli, le rose nelle immagini artistiche dell’ Immacolata, ma raccomandi di non porle tra le mani che devono essere lasciate sciolte, per essere giunte l’una contro l’altra, nell’atteggiamento della preghiera . E in effetti, a Massabbielle le mani sono libere: non ci sono rose ma c’è, guarda caso, un rosario (nomen, omen …) il quale, però, non ingombra le mani, perché dalla Signora è tenuto appeso al braccio destro. Bernadette ha testimoniato che anche durante la recitazione le mani restavano giunte, poiché la Vergine portava la corona all’altezza del petto e faceva scorrere i grani tra le dita strette l’una contro l’altra.
Il rosario, dicevamo, non era tra le molte cose raccomandate dal vescovo di Bruges agli artisti e non lo era per motivi “pratici“: perché non impegnasse le mani. Ma anche per una ragione , come dire?, teologica : come pensare che la Madonna reciti cinquanta volte un’Ave Maria , rivolgendosi dunque a se stessa? Pertanto gli artisti si astengano dal rappresentarla con questo strumento di preghiera!
Ma il nostro eccellente autore non aveva pensato a ciò che in effetti successe, quando l’Immacolata si presentò non come quadro o statua, ma come persona eternamente viva.
Avvenne infatti quel che Bernadette ci ha più volte testimoniato: la Signora si limitava a far passare in silenzio i grani fra le dita, senza muovere le labbra, mentre Bernadette recitava l’orazione in ginocchio davanti a lei . Muoveva le labbra e recitava ad alta voce solo il Gloria , alla fine di ogni decina. Quella preghiera non era rivolta a lei, bensì alla Trinità…..
Ma, al di là delle indicazioni del vescovo di Bruges sul “come“ l’Immacolata doveva essere rappresentata , era davvero congruo –poteva essere ammissibile – un rosario nella nicchia di Massabielle ? L’ abbé Corbin, l’iconografo che già citammo , ha scritto cose convincenti al riguardo: << Nessuna preghiera si accorda meglio al mistero della Immacolata Concezione. Con l’angelo, salutiamo Maria piena di grazia sin dal primo istante della sua creazione perché il Messia dove risiedere nel suo corpo e, dunque, ella era benedetta tra tutte le donne . L’incarnazione del Verbo fu l’unica ragion d’essere della Concezione Immacolata: ecco perché è un 25 di marzo, festa della Annunciazione, che dice finalmente il suo nome a Bernadette. Era, questo, il nome che aveva, nel segreto di Dio, prima di nascere e di chiamarsi Maria >>.
Il rosario dell’Apparsa aveva grossi grani, bianchi come l’avorio, legati tra loro da una catenella di <<giallo che luccicava >>, dunque di quell ‘oro di cui erano le due rose sui piedi . Ma da ogni rosario pende obbligatoriamente una croce . Dunque, doveva pendere anche da quello che la Vergine sgranava. Interrogata su questo, Bernadette confermò ancora una volta la veridicità della sua testimonianza : << Non lo so, non ci ho fatto caso, ero troppo presa a guardare la bellezza e la dolcezza del volto della Signorina >>. Conferma di verità , dicevo: quella piccola riferisce solo ciò che ha visto e che ricorda , nulla aggiunge se non è sicura. Quanto a noi, possiamo darlo per certo: quella croce c’era e di dimensioni adeguate alla grossezza della corona. Dunque , il rosario porta nel quadro dell’apparizione anche il segno stesso della fede, la croce del Figlio di colei che si mostra al mondo.
Tredicesimo punto. Qui incontriamo una delle tessere più straordinarie del mosaico disegnatoci da mons. Malou grazie alla sua cultura teologica ma anche grazie al suo sensus fidei. Scrive il nostro autore: << Volendo rappresentare Maria, perché non farlo nella sua prima giovinezza, attorno ai 14 anni, all’epoca cioè che precedette di poco l’annunciazione della nascita, attraverso di lei, del Salvatore? In questo modo, la giovinezza del corpo diventa simbolo della freschezza e della bellezza dell’anima >>.
Ecco l’immediato commento dello studioso di Lourdes, il padre Cros : <<Sin dalle prime apparizioni, Bernadette insisteva: “E’ una piccola damigella, (un petito damizelo , in dialetto), è alta come me, non di più ed è giovane come me“. Interrogata come fosse la sua voce, disse : << E’ dolce ed è molto fine, non come quella di una donna ma come quella di una bambina >>. Alla vista della statua scolpita dall’artista che credeva di avere interpretato ciò che lei diceva, la veggente esclamò subito, con un moto di ripulsa: “Non è Lei, non è abbastanza piccola e giovane! “ >> .
Straordinaria, davvero , anche perché del tutto controcorrente, per i tempi, l’intuizione di mons. Malou di una Immacolata giovanissima : tutti a Lourdes, a cominciare dal clero, giudicarono inattendibile il racconto di quella quattordicenne che dimostrava ancor meno dei suoi pochi anni e che pretendeva che la Regina del Cielo , che la Gran Madre del Cristo, si presentasse con il suo aspetto. Almeno quanto ad età, ad altezza, a voce. Non fu presa sul serio, come sappiamo, neanche dallo scultore, convinto di avere il dovere di non ascoltare la veggente e proprio per rispetto alla Vergine che non poteva essere alta 1,42 centimetri come Bernadette e con quel musetto grazioso, ma da ragazzina immatura. Così, la statua in marmo di Carrara, di fronte alla quale ha già pregato oltre un mezzo miliardo di pellegrini, fu scolpita con un’altezza di un metro e 76 e con un volto non da bambina ma da donna, almeno ventenne. Anche i prelati che interrogarono la veggente per l’inchiesta insistettero perché la “inquisita“ non si ostinasse con la piccolezza e l’estrema giovinezza dell’Apparsa, che quei sacerdoti non potevano immaginare se non come una imponente matrona. Essi pure pensavano, un po’ scandalizzati, a una immagine inopportuna , poco rispettosa . Il vescovo di Bruges, dunque, con le sue indicazioni agli artisti appare ancor più sorprendente , in quanto va contro le opinioni e le attese comuni. E lascia di stucco – se così possiamo dire- quando indica i 14 anni come ideale per una rappresentazione adeguata della Vergine Immacolata. Quando, cioè , previene Bernadette, indicando con esattezza l’età che la Madonna vorrà mostrare sotto quella grotta. Età che sarà la stessa della piccola portavoce che si è scelta.
Quattordicesimo punto. Mettiamo per ultimo questo punto che non è però tra i minori ma è , anzi, tra quelli più significativi . Qui si tratta di luce e di tenebre . Copiamo quanto dice Malou nei suoi consigli: << Bisogna che la luce avvolga Maria come una aureola . La luce , perché simbolo della purezza , dell’innocenza , della santità conviene perfettamente al soggetto >> Ma, si chiede il nostro autore, <<bisogna anche rappresentare le tenebre ? >> . Ecco la risposta : << Se il pittore può tratteggiare, nel suo quadro, il contrasto tra la luce che circonda la Vergine e le tenebre che coprono la terra, ebbene quel pittore aggiungerà alla immagine dell’Immacolata un elemento molto significativo >>. Continua Malou : <<Nel linguaggio ordinario ecclesiale si dice che le terre non cristiane sono ancora “ avvolte nelle tenebre “. Dunque , tra le beatissima Maria, preservata dal peccato, e gli altri esseri ,tutti infettati sin dall’origine, c’è una diversità che l’artista può indicare on il contrasto tra luce e tenebre >>- Impressionante , davvero , confrontare queste espressioni con quanto avverrà nel 1858. La grotta di Massabielle è rivolta in pieno nord , in essa dunque non penetra mai il sole e i suoi anfratti sono bui , soprattutto nelle giornate invernali di cielo coperto. Su questo scenario oscuro , ecco il contrasto . Bernadette ha testimoniato che , prima che la Vergine apparisse , una luce << dolce e forte come quella del sole ma non abbagliante >> illuminava la nicchia . L’Apparsa appariva circondata dal chiarore << come da un’aureola >>, giusto come consigliava mons. Malou. Il contrasto tra l’ogiva luminosa dell’apparizione e il buio della grotta era tale che , parole di Bernadette << quando l’apparizione finisce, la Signorina si allontana, la luce piano piano si spegne e io devo sfregarmi gli occhi per vedere di nuovo bene, come uno che in una bella giornata soleggiata entra in una camera buia >> . Nota , qui, René Laurentin , il grande lourdologue , come chiamano in Francia gli studiosi degli eventi del 1858 : << Senza, ovviamente, saperlo, Bernadette sembra echeggiare la visione dell’Apocalisse : “ Apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole“ ( 12,1 ).
Non resta che concludere con la constatazione di Pierre Corbin, lo studioso di iconografia e di simbologia che più volte citammo: << E’ un fatto oggettivo : una delle prove più forti che la Santissima Vergine Immacolata è davvero apparsa a Bernadette sta nella descrizione che ella ce ne ha dato. Dove sbagliarono grandi teologi, grandi artisti , grandi esperti non ha sbagliato un’analfabeta di 14 anni, semplicemente raccontandoci ciò che ha visto sotto quella Grotta >> .