5 marzo 1993 :: Corriere della Sera
“Le posizioni eretiche sono come quelle erotiche, poche e ripetitive”. Lo scrittore cattolico Vittorio Messori, autore di bestseller come “Ipotesi su Gesù”, non ha problemi a definire eretico il teologo Eugen Drewermann, che in questi giorni ha provocato le ire della gerarchia cattolica francese. “A ogni generazione – sostiene Messori – viene fuori un Martin Lutero, un prete che si alza e dice: eureka”. E gli eureka di Drewermann sono almeno due: la critica alla struttura autoritaria della Chiesa e la lettura psicoanalistica dei Vangeli. “Secondo me -continua l’autore di Ipotesi su Gesù- la critica al dogmatismo viene di solito portata avanti da questi nuovi teologi con virulenza dogmatica. Abbiamo appena lasciato alle spalle una generazione teologica la quale cercava di convincerci che se non eri marxista non potevi dirti cristiano, ed ecco arrivare un prete che fa lo stesso giochetto con la psicoanalisi”. Drewermann scopre che il trenta per cento dei sacerdoti ha rapporti con le donne, un altro trenta per cento è omosessuale. “Ma questo non mi spaventa -risponde Messori-. Già secondo gli hussiti e i catari i preti che vivevano nel peccato non potevano celebrare i sacramenti. Ma la teologia ha sempre risposto che i sacramenti sono “res”, cose. Se un prete è santo mi fa piacere, ma so che comunque è un tramite che mi permette di ricevere il perdono di Cristo qui e ora. Anche se peccatore”. Psicoanalisi e religione sono sempre inconciliabili? Dice Messori: “Per Pascal il cristianesimo si può ridurre a due elementi: Adamo e Gesù, caduta e redenzione. La psicoanalisi, sostenendo che non c’è più peccato, semmai disagio emotivo, e che la salvezza è in noi stessi, è da questo punto di vista incompatibile con la religione. Ma certo può essere usata come metodo. Guai a considerarla un feticcio, come fa l’eretico Drewermann”.
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