VITTORIO MESSORI

La Regione studia il referendum, la destra annuncia nuove iniziative contro viados e prostitute

6 agosto 1996 :: Corriere della Sera, di Gian Luigi Paracchini

Si muove il progetto di referendum. Prendono corpo i sondaggi. E la Regione, dopo la famosa mozione che ha sollevato consenso e scandalo, conferma: «Studieremo il problema con un comitato di esperti». Premesse per una ormai scontata riapertura delle case di tolleranza? L’ultradiscussa legge Merlin sta per andare irreversibilmente in pensione? Mentre i primi dati dicono che alla maggioranza dei lombardi l’idea piace, il capogruppo di An in Regione, Romano La Russa, plaude a Formigoni, al neo- comitato di studio e alza il tiro: «Togliamo le prostitute dai marciapiedi ma facciamo pulizia anche in televisione e nei giornali. Basta con i nudi e i resoconti dettagliati delle pornodive sulle loro performance erotiche. E una questione di sicurezza: facciamolo soprattutto per i nostri figli». Un filo moralizzatore sta stringendo in qualche modo il disinvolto abito erotico made in Italy? Lo capiremo meglio nei prossimi mesi quando il comitato regionale si sarà chiarito le idee, saranno state raccolte le firme anti-Merlin e il mondo cattolico, dopo lo choc iniziale avrà avuto modo di assimilare meglio la questione. Quale sarà la strada da battere? Un interrogativo a cui Vittorio Messori, giornalista e scrittore cattolico fra i più letti e tradotti in assoluto, risponde con grande chiarezza. «Dobbiamo essere realisti – dice – e abbandonare le ipocrisie. La prospettiva cattolica autentica guarda all’uomo com’è e non a come dovrebbe essere. Gli uomini non sono santi e la storia ci dice che la prostituzione è un fenomeno ineliminabile che è più saggio regolamentare. Dunque diffidiamo dai facili moralismi che non hanno nulla a che fare con la morale e soprattutto con la fede». Vien da pensare immediatamente a don Mazzi e al suo «Bruciamo il Pirellone», esclamato all’indomani della mozione per l’abolizione della legge Merlin. «Sì forse don Mazzi è uno di quei preti, peraltro encomiabili per l’impegno sociale in diversi campi, che hanno smarrito il realismo cattolico essendo prigionieri di un’ipocrisia virtuosa e di un’ideologia inquinata». Dunque anche Messori dà un calcio alla Merlin? «Gli schemi del vecchio sistema in uso fino agli anni ’50 mi sembrano oggi improponibili. Servono altri riferimenti. Una volta per lavoro a Stoccarda mi hanno fatto visitare uno Stadt Bordell, specie di grande edificio statale dove le prostitute si erano costituite in cooperativa e pagavano pure fior di tasse, come è giusto. Perché quello è il lavoro che ha più profitto e allo stesso tempo meno vincoli fiscali. Ecco, quello della cooperativa di Stoccarda mi sembra un modello razionale, moderno e percorribile anche in Italia». Per Messori i grandi bacchettoni che strabuzzano gli occhi di fronte a tali ipotesi, dopo aver gridato al diavolo quando si è aperto il dibattito, sono in realtà cattolici fasulli. E cita famosi padri e dottori della Chiesa come Sant’Agostino e San Tommaso che consideravano la prostituzione regolamentata come il minore dei mali, ricordando pure come nella Roma papalina fior di basiliche siano state edificate con il decisivo contributo fiscale delle lucciole d’antan. «Ricordiamoci che anche alle Crociate i fedelissimi cavalieri marciavano sul Santo Sepolcro con contingenti di cavalleria, fanteria e prostitute per il classico riposo del guerriero». E i richiami contro le copertine e i programmi su giornali e in televisione? «Concordo che ormai c’è una libertà quasi a 360 gradi. Però in certi appelli sento puzza di Savonarola o di Calvino che è come dire Khomeini o dintorni. Non c’è nulla di peggio che imporre la morale con un decreto legge e trasformare il peccato in un reato. Ecco questa è una concezione profondamente anticristiana. La vera morale è subordinata soltanto alla fede ma in un clima di assoluta libertà».

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