Vivaio, Settembre 2016
di Vittorio Messori, Il Timone
DA SALVEMINI A GRILLO
E’ con sincero rispetto , se non con devozione , che i miei Maestri, all’università di Torino , facevano il nome di Gaetano Salvemini , storico del laicismo e politico socialista e , soprattutto, tra i pochi antifascisti “ veri “ del Ventennio.
Sfogliando i libri di quella mia formazione scolastica subalpina , anticristiana ancora più che anticlericale, di Salvemini trovo questa frase : << Se morirò avendo distrutto nel cuore di un solo italiano la fede nella Chiesa cattolica , se avrò educato un solo italiano a vedere nella Chiesa cattolica la perversione sistematica della dignità umana , non sarò vissuto invano >>.
Vabbé, apostolato alla rovescia , libertà di pensiero. Ma libertà anche nostra nel ricordare quanto è stato dimenticato , grazie al silenzio di tanti storici : Salvemini fu uno dei leader più accesi dell’interventismo nella prima guerra mondiale . Si batté perché l’Italia uscisse dalla sua neutralità ( quando nessuno le chiedeva di impegnarsi ) ed andasse a partecipare alla “ inutile strage “ come, giustamente, la definirà il papa del momento. Tra l’altro , proprio quel Salvemini , che dell’antifascismo farà poi una professione, manifestava sulle piazze per l’intervento in guerra avendo accanto Benito Mussolini , passato dal neutralismo all’interventismo. L’intellettuale meridionale ( Salvemini era di Molfetta ) era fiancheggiato anche da Nenni, Togliatti, Gramsci e tanti altri leader “ di sinistra “ che volevano quella guerra che ci costerà 700.000 morti e un milione di feriti. E senza la quale non ci sarebbe stato il fascismo. Fautori dell’intervento erano anche molti laici liberali : non si sarebbe arrivati alla dichiarazione di guerra ad un’Austria che non ci minacciava, che anzi offriva compensi territoriali in cambio delle neutralità, senza la pressante campagna interventista del Corriere della sera di Luigi Albertini. Insomma , una “ sacra alleanza “ tra destra e sinistra per ottenere il “ bagno purificatore di sangue “ , come lo chiamava, delirante , Papini, allora su posizioni atee.
Guarda caso , proprio quella Chiesa cattolica che rappresentava << la perversione sistematica della dignità umana >> contrastava la partecipazione a quella mattanza che l’autore delle parole riportate , Gaetano Salvemini, voleva con tutte le forze. Ci sono dei casi in cui conviene dar retta ai preti invece che ai mangiapreti…
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A proposito di “ sistematica perversione cattolica “ , ecco un ennesimo appunto su quella Inquisizione sempre tirata in ballo , generazione dopo generazione. Una gran noia ! Vedo il recente libro di uno storico specialista di quel tema , Stephen Haliczer , docente alla prestigiosa University of Illinois di Chicago. Dice lo studioso : << Spogliando la documentazione negli archivi, ho trovato molti casi che riguardano imputati detenuti dai tribunali laici . Imputati che si mettevano a bestemmiare clamorosamente , ad alta voce perché, in questo modo , sarebbero stati trasferiti dalle prigioni pubbliche a quelle della Inquisizione . Prigioni ,dunque, dove si stava molto meglio, se si arrivava a questo pur di sfuggire ai luoghi di detenzione non clericali >>..
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Mi segnai, a suo tempo, una raccomandazione alla gerarchia cattolica scritta da Etienne Gilson , il grande riscopritore della dottrina tomista per i tempi moderni. Queste le parole, apparentemente enigmatiche , del filosofo : << La Chiesa non deve battezzare , bensì cresimare >>.
Che significa ? Significa che la Chiesa non deve affrettarsi ad accettare , dunque a “ battezzare “, ciò che il mondo via via propone e trasforma spesso nel pensiero o nel costume egemoni. La Chiesa deve attendere con pazienza ed esaminare non solo la teoria ma osservare gli effetti concreti . Solo se ne vale la pena e se non è contrario alla fede , può accettare ( “ cresimare “, lo chiama Gilson ) il nuovo, inserendolo nella sua prospettiva.
Una esortazione preziosa , questa , a ritornare all’esercizio della prima delle virtù cattoliche : la prudenza. Si pensi quanto male ha fatto , in questi due ultimi secoli di ideologie , la fretta di tanto clero ( e magari di parte della gerarchia ) di “ battezzare “ , di annettere al cattolicesimo le mode culturali via via emergenti. E poi scomparse, spesso dopo tanti danni.
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Anche con questo papato sono ricominciate le richieste pubbliche di perdono per quanto di male i cattolici – o la stessa Chiesa – avrebbero commesso nei secoli . Inutile ricordare per l’ennesima volta quanto sia scorretto giudicare il passato con i valori di oggi : significa cadere nell’anacronismo, cioè quello che è il peccato mortale per lo storico. Anche sul piano etico, appare scorretto battere non il proprio petto ma quello di fratelli nella fede, magari di mille anni fa , cantilenando con tono edificante non un << mea culpa >> ma un << vestra culpa >>.
Ricordiamo al proposito quanto ha ripetuto anche in questi giorni uno storico di mestiere, l’anziano ma sempre battagliero Franco Cardini : << I cattolici hanno una discreta conoscenza degli errori ed orrori commessi dai cattolici che li hanno preceduti . Ma hanno una conoscenza quasi nulla dei torti subiti >>. Cardini fa solo un esempio che è, appunto, tra i più dimenticati, almeno da noi : << Il Lord protettore d’Inghilterra nel XVII secolo , Oliver Cromwell , era uno dei più feroci tagliagole che siano mai apparsi sulla faccia della terra . E’ responsabile del genocidio dei cattolici inglesi , di quelli scozzesi e di quelli irlandesi . La Scozia, in particolare , è stata decattolicizzata con le armi e i patiboli. Ebbene , chi ha mai sentito richieste di scusa dalla Corona Inglese o dal Sinodo della comunità protestanti ? >>. Ma forse , sono loro, i britannici , a non avere torto : se tacciono è perché hanno maggior senso storico di quei complessati se non masochisti di cattolici, specie se “ adulti “
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Davvero << Parigi val bene una messa >> , come disse Enrico di Navarra , abiurando dal suo calvinismo e fingendosi cattolico – con tanto di confessione e comunione pubbliche – pur di salire sul trono di Francia ?
Non tutti i credenti accetterebbero un simile realismo, che qui si trasforma in cinismo . Sentite un po’ questa. Gli interminabili negoziati per arrivare al Concordato del 1929 furono condotti dal professor Domenico Barone per lo Stato italiano e, per la Santa Sede , dal marchese Francesco Pacelli , fratello maggiore di Eugenio – futuro Pio XII – e illustre giurista. Da tre anni, ormai, i due si confrontavano , con cortesia ma anche con ostinazione , quando all’improvviso il professor Barone morì per un attacco cardiaco .Francesco Pacelli ne fu costernato non solo perché stimava e considerava ormai un amico quel suo dotto interlocutore , ma anche perché il lungo, faticoso lavoro sembrava diventato inutile e sarebbe stato necessario ricominciare da capo con un altro rappresentante del Regno d’Italia. Dunque, il marchese chiese subito udienza al papa , Pio XI, cui disse d’impeto : << Santo Padre , ho una triste notizia da comunicarle : è morto il professor Barone >> e subito aggiunse : << Santità , sarà necessario riprendere dall’inizio le discussioni per giungere a un accordo da noi accettabile >>.
Pio XI lo interruppe : << Il professore è morto cristianamente ? >> << Sì, Santo Padre, il decesso è stata imprevisto ma Barone ha avuto il tempo di chiedere e di ottenere i sacramenti in articulo mortis >> . E il papa : << Ma allora ringraziamone Dio! Caro avvocato Pacelli, proprio lei dimentica che per la nostra Santa Chiesa val di più la salvezza dell’anima di un uomo solo, che la soluzione di tutte le questioni romane ? >>.
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Si sa che , all’inizio del Novecento , lo Stato francese confiscò tutte le chiese e i luoghi di culto, sottraendone la proprietà alla Chiesa e passandola al demanio pubblico . Era la seconda volta in poco più di un secolo , dopo cioè la confisca da parte della Rivoluzione francese . Nel 1905 , con le leggi volute soprattutto da Emile Combes – il solito ex seminarista fattosi nemico mortale di preti e suore – si pensò che la “ conquista “ della proprietà delle chiese fosse non solo uno schiaffo alla Chiesa ma anche un grande guadagno da parte della République . Come sempre accade in queste vicende ( la consueta “ eterogenesi dei fini “…. ) successe giusto il contrario. Da molto tempo – ma oggi in particolare, visti i provvedimenti di austerità per le spese statali – questo enorme patrimonio è divenuto un fardello sempre più difficile da reggere . In effetti, non solo le migliaia di chiese parrocchiali e le decine di santuari gravano sul bilancio pubblico per le spese di manutenzione , ma c’è da pensare anche e soprattutto alle grandi cattedrali , quasi sempre gotiche , del Medio Evo. Sono , per l’esattezza , ben 87 : da Notre Dame di Parigi a Chartres, da Amiens a Strasburgo , quei capolavori tanto preziosi quanto fragili , stanno perdendo letteralmente i pezzi . Lo Stato già spende molto, ma occorrerebbe assai di più. L’incuria per mancanza di mezzi sta portando alla rovina : ad esempio , la cattedrale di Reims , conta qualcosa come 2.800 statue , ma molte di loro sono già sbriciolate e molte altre ne stanno seguendo il destino . Non solo il culto ne soffre ma, cosa che interessa ben di più lo Stato , ne soffre il turismo e il prestigio stesso della Francia. Alla Chiesa , come si diceva , non si può chiedere aiuto, visto che quegli spazi da oltre un secolo non sono più suoi , dunque non tocca ad essa pagare per manutenzione e restauri. Bisogna necessariamente attingere alla casse pubbliche , sempre più vuote. Insomma , pullulano ormai i laici, laicisti, anticlericali ,massoni che imprecano , pensando all’errore dei loro predecessori di un secolo fa, che hanno tolto ai religiosi la proprietà e insieme l’obbligo di provvedere al mantenimento di della sterminata eredità cristiana.
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Ne abbiamo già accennato, in questa rubrica : per il quinto centenario dall’inizio della rivolta di Martin Lutero , papa Bergoglio si recherà in Svezia a festeggiare con i pochi superstiti luterani. I “ praticanti “ , lì come negli altri Paesi europei passati alle riforme del XVI secolo , si aggirano sul 2 o 3 per cento della popolazione. I “ vescovi “ sono per metà donne , se lesbiche ( o gay, per gli uomini) tanto meglio : secondo la teologia corrente da quelle parti , è più “ evangelico “… Molti si sono chiesti che ci sia da far festa per un evento che spaccò in modo definitivo l’unità del cattolicesimo e che provocò per due secoli sanguinose guerre che devastarono l’Europa . Ma qui mi fermo, perché vale pur sempre la domanda ormai celebre proprio dell’attuale vescovo di Roma : << Chi sono io per giudicare ? >>. In una prospettiva di fede, il successore di Pietro è indicato dallo Spirito Santo stesso , dunque non pretendiamo di saperne di più. L’ eletto dal conclave avrà di certo le ispirazioni giuste dal Paraclito….
Ma c’è qualcosa che volevo suggerire, ovviamente con l’umiltà doverosa . Ecco, allora : dopo ogni mattanza al grido di “ Allah è il più grande ! “ Francesco ripete che i fondamentalisti e magari i fanatici ci sono nel cristianesimo stesso , non ci sono solo tra gli islamici . Certo, ci sono anche tra i battezzati ma, guarda caso , una delle vette della violenza cristiana è raggiunta proprio da quel Lutero che Bergoglio si appresta a celebrare in Svezia ( e che, anzi , ha già celebrato, attribuendogli molti meriti in una intervista estemporanea ). Suggerisco dunque di dare un’occhiata all’opuscolo che il Riformatore pubblicò nel 1543 , tre anni prima della morte, e in cui riassunse le sue convinzioni definitive sui giudei . L’opuscolo ha per titolo Degli ebrei e delle loro menzogne ed è , come sempre, diretto ai Prìncipi – i nuovi vescovi della nuova Chiesa – perché , dopo avere letto, si muovano e passino ai fatti.
Vediamo di ricopiare qualche brano di quella esortazione del già fra’ Martino : << In primo luogo, bisogna dare fuoco alle sinagoghe e scuole dei giudei. E ciò che non si può bruciare deve essere ricoperto di terra e sepolto, in modo che nessuno possa mai più vederne un sasso. E questo lo si deve fare in onore di nostro Signore e della Cristianità , in modo che Dio veda che noi siamo cristiani e che non abbiamo tollerato le loro menzogne e bestemmie verso il suo Figlio e i suoi credenti. (….) Bisogna, allo stesso modo, distruggere e smantellare le loro case perché essi praticano lì dentro le stesse cose che fanno nelle loro sinagoghe. Perciò, li si metta sotto una tettoia o in una stalla, come gli zingari, perché sappiano che non sono signori nel nostro Paese, ma sono in esilio e prigionieri . Bisogna portare via a loro tutti i libri di preghiere e i testi talmudici, nei quali vengono insegnate idolatrie., menzogne, maledizioni e bestemmie >>. E qui segue l’esortazione all’azione dei Prìncipi, riconoscenti al luteranesimo che aveva permesso loro i mettere le mani sulla ricche proprietà ecclesiali : << Molti Signori, ne sono certo, obbediranno a quanto dico. Se però non vogliono costringerli e non vogliono porre rimedio a questa diabolica ribellione, espellino almeno i giudei dal loro Paese e gli dicano di tornare alla loro terra , a Gerusalemme, dove potranno compiere tutti quegli empi abomini che fanno ora tra noi >>. Tanto per continuare solo con alcune righe sulle centinaia che seguono sullo stesso tenore : << Se qualche cristiano voglia ospitare , nutrire , onorare queste serpi velenose e demoni, ossia i peggiori nemici di Cristo Signore nostro, e desideri farsi scorticare , derubare, saccheggiare , uccidere, rapinare , maledire, ebbene raccomando di aiutare e proteggere gli ebrei . E Dio li premierà tutti, nel giorno del giudizio, coll’eterno fuoco dell’inferno >>.
Eh, sì . La barbarie dell’attuale, sedicente “ Stato islamico “ non è lontana da queste parole di Lutero. Tanto che non stupisce che il nazionalsocialismo avesse introdotto nelle scuole un’antologia di testi “ ebraici “ del riformatore e che il regime onorasse in ogni modo la sua memoria. Al processo di Norimberga , Julius Streicher , il più violento tra i propagandisti dell’odio razziale, si difese dicendo che non lui, ma Lutero stesso avrebbe dovuto sedere sulle panche degli accusati . Dunque, con il rispetto doveroso : chi denuncia ogni “ integrismo “ religioso dovrebbe davvero rallegrarsi per l’opera di Lutero ?
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La satira li chiama “ i grullini “ : sono coloro che prendono sul serio le grida e gl insulti sulle piazze di Beppe Grillo , il cabarettista fattosi demagogo . Un movimento folkloristico , imbarazzante, dove hanno trovato ascolto e addirittura incarichi personaggi eccentrici e inattendibili , assieme a molti ingenui e molti visionari , spesso catastrofisti o ossessionati da complotti che scorgono ovunque . Il meglio, cioè, di coloro che partecipano a tanti blog deliranti. Vista la nullità del pensiero e la “qualità “dei militanti, pensavo che – come successo a tanti altri pseudo-movimenti – anche questo “ Cinque stelle “ si sarebbe dissolto dopo qualche mese d’impatto con la politica vera. Quella dove le utopie , i programmi da bar e le invettive tra amici compiacenti contro la “ casta “ , non hanno cittadinanza. In effetti , messa alla prova nel cercare di amministrare qualche Comune , questa “ armata Brancaleone “ ha mostrato la sua nullità, consolandosi col patetico grido-slogan : << Onesta ! >>. Purtroppo , la dissoluzione rapida e senza lasciar tracce che prevedevo non è ancora venuta e pare che non verrà presto : in effetti , milioni di cittadini hanno votato ( e voteranno ) per Grillo e soci non per adesione ma per disperazione , come protesta contro la politica dei partiti tradizionali. Non hanno scelto un programma ( che non c’è , se non il no a tutto e l’invidia sociale , l’odio per chi ha più soldi , potere, visibilità ) , hanno votato scuotendo il capo e dicendosi : << Chissà mai, proviamo questi …>> .
Vabbé, basterà aspettare, anche se non saranno da poco i disastri degli “ onesti “ travestiti da statisti . In ogni caso , viene buono l’avvertimento di Chesterton , applicabile non solo ai grullini : << Ricordatevi che per molti, oggi, la virtù consiste nell’essere severi con gli altri >>. Ci si pensi : è un vizio che non affligge unicamente i “ pentastellati “.